14 Marzo 2015
Delivery a Torino: Japs Sushimakers, la gastronomia giapponese
Il fine settimana è spesso sinonimo di cena a domicilio. I casi possono essere diversi.
1) Si può iniziare già dal venerdì sera, si torna a casa dal lavoro, si è stanchi e non si ha nulla in casa per cena.
2) Il sabato, vengono amici a cena e non avete voglia di passare la giornata ai fornelli, ordinare delivery è la soluzione migliore dovete solo apparecchiare la tavola.
3) la domenica sera, domani è già lunedì, avete la tristezza nel cuore per un’altra settimana lavorativa che inizia e servono delle coccole. Taaaaac si telefona o si ordina on line, si mangia sul divano davanti alla tv.
Oppure come nel nostro caso, mio e di +Mariachiara , il giovedì sera c’era un appuntamento imperdibile e dovevamo essere leggere per twittare come pazze, ma soprattutto non avevamo tempo per cucinare, finendo di lavorare tardi e alle 21 essere pronte e incollate davanti alla tv per Masterchef Italia. La scelta quindi di un bel delivery è stata spesso la nostra unica alternativa.
Potete ordinare sia al telefono che on line, segnalando l’orario in cui volete la consegna.
Potete scegliere dai classici roll, sushi e sashimi, anche noodles, bento, zuppe e dessert. Oltre al bere, dove noi abbiamo optato per la birra, ma vi posso consigliare il tè verde al melograno che è buonissimo e anche la bottiglia bella, che non guasta.
Nella consegna poi troverete tutto quello che serve anche per apparecchiare la tavola: tovagliette di carta, bacchette, ciotoline per la salsa di soya, salsa di soya appunto, tovagliolini.
Che dire? Non ci siamo fatte mancare nulla 🙂
Nigiri con gamberi, filetto di ricciola, salmone, tonno e con polpo. Hosomaki con tonno, ma tra i miei preferiti quelli con maionese piccante e le tartarre di tonno e salmone, con salsa di soya buonissimi.
Ma per finire dulcis in fundo ci sono i Nutella Roll, dolce di riso avvolto in foglio di crepes con ripieno di nutella e polvere di cocco.
Va beh cosa vi devo dire ancora. Per me il delivery giappo a Torino è Japs.
E se vi interessa fare corsi di cucina giapponese, nel loro sito trovate l’icona e tutte le informazioni.
Il fine settimana è spesso sinonimo di cena a domicilio. I casi possono essere diversi.
23 Marzo 2014
UN’ESPERIENZA DI ALTA CUCINA CHE ARRIVA DRITTA AL CUORE? IL RISTORANTE BERBEL
Entrare al Berbel vuol dire entrate nel Ristorante.
Ti accolgono per prendersi subito cura di te: riporre la giacca, farti accomodare al tavolo, portarti l’acqua, farti decidere con calma il menù raccontandoti tutto quello che vi interessa sapere di ogni singolo piatto. Lasciatevi consigliare da Angelo il Maître di sala che vi darà ottimi consigli su cosa mangiare in base al vostro appetito e ai vostri gusti, oltre al vino migliore da abbinare ai piatti.
La parola giusta che ha usato la mia amica Francesca per descrivere la cena qui è “Mi sento coccolata” e aveva ragione.
Il ristorante apre nel 2009. L’esperienza dello chef non è di poco conto, inizia dalla gavetta come dice lui, in cucina ma nella periferia di Torino e non per sfornare piatti da consumare, ma da pulire, lustrare e sistemare (come racconta nel bellissimo video che vi consiglio di guardare). Poi passa al Baratti e Milano e diventa chef del servizio banqueting, inizia così a gestire servizi complessi per diversi anni. Arrivano poi consulenze per l’apertura di nuovi ristoranti, che continuano ancora oggi (gestisce la cucina del nuovo Bar Zucca inaugurato poco tempo fa in Via Gramsci a Torino) fino alla voglia di avere un locale tutto suo, lo apre in Via San Domenico, alla spalle della bellissima Piazza Statuto sempre a Torino.
Il locale è un posto elegante, pulito, semplice nella sua raffinatezza, è il classico ristoranteappunto senza troppe rivisitazioni ma fatto di cose vere e concrete come, una bella tovaglia che vorrete accarezzare tutta la sera, l’attenzione alle posate, bicchieri all’altezza della cena ma senza voler essere eccentrici a tutti i costi e una bella illuminazione, non eccessiva e non cavalca nemmeno la moda della luce soffusa, dove non si vede dove si mangia, ma soprattutto posso scattare foto senza problemi di illuminazione, che per me non è poco.
Tutto questo, è per accogliere al meglio i piatti che escono dalla cucina di Nicola di Tarsia lo chef del Berbel, una cucina fatta di profumi, colori e di cuore e tutto questo si sente. Ogni piatto è un’esperienza, ogni piatto ha una storia e un racconto. Se per esempio gli chiedete il perchè degli spaghetti aglio olio e astice nel menù vi racconterà la storia di un suo cliente. Se gli chiedete il perchè del dolce “latte, caffè e biscotti” vi dice che così è da raccontare. Questo mi fa pensare solo ad una cosa, vogliono coinvolgere il loro cliente, renderlo partecipe delle scelte e condividerle.
Ogni piatto per lo chef ha un legame, un’affezione ma anche una grande responsabilità. E’ molto preciso e attento nella scelta dei suoi prodotti, va’ personalmente alla mattina a far la spesa a porta palazzo ad esempio e compra chicchi d’uva nebbiolo da 18€ al kg che poi passerà nel cioccolato per farvi gustare al meglio l’esperienza del caffè finale. Per lui la cucina è ordine e pulizia, equilibrio, freschezza e qualità. Il livello è decisamente alto.
I piatti hanno porzioni ragionevoli e giuste, con un antipasto e un altro piatto uscirete soddisfatti. Inoltre ci sono una serie di cose fatte per coccolare il cliente, come: l’antipasto degustazione per iniziare la cena, il pre dessert e i dolcetti o le frutte per accompagnare il caffè.
Insomma grande senso di accoglienza, gentilezza in sala e appagamento dei piatti di una carta al momento che predilige la freschezza, andando incontro ad una stagione calda, fanno di questo locale il classico ristorante di alto livello ma senza essere freddo irragiungibile. Tutto arriva in maniera diretta e se vi lasciate consigliare, vi porterete a casa un’esperienza per il vostro stomaco ma anche per il vostro animo.
A fine cena lo Chef esce sempre a salutare i suoi commensali, salutatelo e chiedetegli tutto quello che volete, anche com’è la ricetta per la lombata di vitella con i corn flakes ve la racconterà con il luccichio negli occhi e una grande precisione dei dettagli, svelando magari anche alcuni trucchi, come il massaggio della carne con il burro di montagna.
Berbel
Via San Domenico 33, 10122 Torino.
Telefono 011 4366778
www.berbel.it
prezzo 50€-80€
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Entrare al Berbel vuol dire entrate nel Ristorante.
Il locale è un posto elegante, pulito, semplice nella sua raffinatezza, è il classico ristoranteappunto senza troppe rivisitazioni ma fatto di cose vere e concrete come, una bella tovaglia che vorrete accarezzare tutta la sera, l’attenzione alle posate, bicchieri all’altezza della cena ma senza voler essere eccentrici a tutti i costi e una bella illuminazione, non eccessiva e non cavalca nemmeno la moda della luce soffusa, dove non si vede dove si mangia, ma soprattutto posso scattare foto senza problemi di illuminazione, che per me non è poco.
Tutto questo, è per accogliere al meglio i piatti che escono dalla cucina di Nicola di Tarsia lo chef del Berbel, una cucina fatta di profumi, colori e di cuore e tutto questo si sente. Ogni piatto è un’esperienza, ogni piatto ha una storia e un racconto. Se per esempio gli chiedete il perchè degli spaghetti aglio olio e astice nel menù vi racconterà la storia di un suo cliente. Se gli chiedete il perchè del dolce “latte, caffè e biscotti” vi dice che così è da raccontare. Questo mi fa pensare solo ad una cosa, vogliono coinvolgere il loro cliente, renderlo partecipe delle scelte e condividerle.
Ogni piatto per lo chef ha un legame, un’affezione ma anche una grande responsabilità. E’ molto preciso e attento nella scelta dei suoi prodotti, va’ personalmente alla mattina a far la spesa a porta palazzo ad esempio e compra chicchi d’uva nebbiolo da 18€ al kg che poi passerà nel cioccolato per farvi gustare al meglio l’esperienza del caffè finale. Per lui la cucina è ordine e pulizia, equilibrio, freschezza e qualità. Il livello è decisamente alto.
MERCOLEDÌ 3 APRILE 2013
Sono stata da Bjork Swedish Brasserie, e mi è piaciuto un sacco!
Bjork é il nome del locale che offre cucina nordica, ad Aosta comodissimo all’uscita dell’autostrada, appena usciti sulla destra, passato il casello trovate il cartello che ve lo indica.
[ foto scattata dal parcheggio di fronte al ristorante ] |
Se invece decidete di trascorrere il week end in Valle d’Aosta, sappiate che il ristorante ha anche un villaggio con baite in legno e ingressi indipendenti, per trascorrere la notte in una casetta in stile nordico.
Il ristorante all’esterno ha panchine intagliate di legno con coperte ripiegate, pronte a scaldavi le gambe se volete restare un po fuori a guardare le montagne. L’ingresso ha due divani con zone wi-fi free fornite di Ipad e riviste. Un ambiente subito molto confortevole, curato, minimale ma che ti fa sentire a casa. Il personale gentilissimo quasi una coccola.
[ esterno del ristorante sulla strada ] |
Scelgo un posto dove posso vedere tutta la sala, di fronte il bancone in legno con liquori, candele e fiori. I tavoli, quadrati per due persone, sono tutti senza tovaglia in legno semplici, con ganci portaborse ai lati, e gancio per appendere la giacca dietro alle vostre spalle.
[ il mio posto da Bjork ] |
La cucina offre molti piatti con salmone e aringhe, pesce classico della loro cucina, con salse di mirtilli e aneto. Io adoro questo sapori, ho fatto un viaggio anni fa, una crociera nei mari del nord e quella cucina mi é rimasta in testa, nei sapori e nella presentazione dei piatti, semplici e lineari come il loro design, inconfondibili.
Per la mia pausa pranzo, mi sono fatta consigliare la Stefano il menù, ovviamente volevo assaggiare il pesce e mi ha consigliato il trittico di mare, buonissimo con una presentazione impeccabile. Tre tipi diversi di pesce dal salmone marinato, alle aringhe al merluzzo. Tre gusti distinti, diversi dai soliti sapori e molto buoni. Un piatto completo che da solo crea il mood per una pausa pranzo speciale.
[ il trittico di mare ] |
Il menù del pranzo prevedeva poi in dolcino, e anche qui mi sono fatta consigliare, ed é arrivata la crostata con i frutti rossi. Semplice senza troppe lavorazioni. Io non sono una fan dei dolci, ma questa con il gusto acidulo dei lamponi, che personalmente adoro è stata un’ottima fine pasto.
[ il caffè con biscottini da Bjork ] |
L’ambiente offre in sottofondo con un ottimo mix musicale, tutti parlano a bassa voce, le vetrate intorno a due lati della stanza del basso fabbricato che accoglie la sala, fanno entrare molta luce e la visuale all’esterno che scorge le montagne e le panchine con le coperte é rilassate.
[ interno del locale ] |
Lo chef di questo locale è giovane, si chiama Julien Chiudinelli, un ragazzo che ha il luccichio negli occhi che ti fa capire che quello che sta facendo gli piace un sacco, uno che in cucina si diverte e tutto questo si sente e si vede nei piatti. Mi ha detto “questo è solo l’inizio, ho tante cose in testa”.
Credo che tornerò presto in questo posto. Vorrei provarlo la sera, mi ha detto il cameriere che la sera é tutto illuminato con le candele, come posso perdermelo? poi è tanto che penso ad un week-end ad Aosta in totale relax… con questo posto credo che lo organizzo a breve.
Bjork Swedish Brasserie
Località Torrent de Maillod 3
Aosta
telefono 0165774912
www.bjork.it
Bar Rio Colorè, Autostrada Torino-savona
Direzione Torino-Savona, area di servizio prima dell’uscita Marene |
l’ingresso del bar |
panino caldo con la salsiccia di bra |
LUNEDÌ 28 MARZO 2011
ACQUA restaurant
[ L’esterno del locale che si vede sulla strada che costeggia il mare ] |
[ la sala principale del ristorante, con la cucina sul fondo che domina la sala ] |
E poi appena entrati siamo stati accolti da lui, Executive Chef e Proprietario del ristorante, Alessandro Frau, di origine Cagliaritana ma con esperienze in giro per il mondo la prima importante dove si fa le ossa a Londra, la grande scuola di importante chef che erano già dei “personaggi” molti anni fa per poi approdare nel 98 all’hotel sheraton di Phuket e diventare executive chef dove gestiva circa 20 ristoranti e 130 chef ogni giorno! che esperienza… ora da due anni ha ideato e realizzato acqua e lui ha soli 33 anni!!
In Italia, sarebbe impossibile mi sa no? Sicuramente il coraggio di mollare il nostro paese, restare soli in mezzo al mondo ti apre gli occhi e ti forma e ti da quella spinta in più per pensare che nulla è impossibile.
Alessandro con il suo racconto, dato dalla nostra curiosità, ci ha conquistati con una cosa in particolare, la passione e il cuore che ci ha messo in questo progetto curato nei minimi particolari e si percepisce in ogni istante quando lui gira per i tavoli per sapere se tutto era di gradimento, se le persone stanno bene, mentre và in cucina a controllare che tutto esca alla perfezione e con un occhio controllo gli ospiti. Una grande passione muove tutto questo.
Sicuramente la voglia di cibo italiano, dopo 10 giorni che mangi thai, ci ha fatto apprezzare la “nostra” buona cucina in maniera esagerata, ma vi giuro che una qualità negli alimenti e nella preparazione e nello staff ho fatto fatica a trovarla in altri ristoranti nel nostro paese e questo ha reso questa cena un’esplosione di sapori deliziosi!
Adesso vi dico cosa ci siamo mangiati!!!
Abbiamo preso due antipasti..divini, considerando che tutti i prodotti del ristorante se li fa arrivare ogni giorno cin volo dall’Italia.. quindi sicuramente la cifra a fine cena è anche un pò altina perché si paga il prodotto di origine italiano fresco.. ma noi non ci siamo fatti mancare una mozzarella di bufala con fischi e culatello oltre che un carpaccio di tonno e spada con pomodorini e capperi di Pantelleria.
Poi abbiamo proseguito con delle trofie con cozze e vongole del mediterraneo e carciofi australiani (buonissimi!) questo è da replicare… e una grigliata mista su un lettino di salsa paradisiaca (le altro foto non sono venute bene!!) E per finire una panna cotta alla cannella con frutti di bosco..speciale..
[ Alessandro con il suo staff in cucina ] |
PUM Thai restaurant and school cooking
Qui non posso ancora sperimentare la cucina con pentole e fornelli, quindi nel frattempo mi limito ad assaggiare e provare vari ristoranti per assaggiare e vedere i piatti ed in alcuni casi anche la preparazione, per poter replicare a casa!
[ la cucina aperta del ristorante PUM di Phuket ] |
La cosa che ho notato sopratutto è che non usano la bilancia per misurare gli ingredienti ma le tazze o ciotole in ceramica bianca dove mettono il riso o la carne o il pesce (oggi ho acquistato un libro di cuciva Thai in inglese e le misure sono in “cups” tazze appunto!) mentre il resto degli ingredienti che aggiungono sono dentro dei vasetti di vetro o dei contenitori ermetici in plastica (ad esempio noccioline, farina di cocco, salsa al curry etc) in modo che mentre cucinano aggiungono il condimento del piatto ai 2/3 degli ingredienti che servono.
È una cucina sicuramente molto pratica e veloce con il caldo che fa i thailandesi non amano passare ore ai fornelli al caldo, questo peró non vuol dire che non gli piaccia il cibo, anzi, li vedi mangiare a tutte le ore in continuazione! Semplicemente hanno trovato un modo per cucinare bene, sano e veloce.
[ l’insalata buonissima ] |
[ Fried rice with vegetables ] |
[ verdure con pollo in salsa speciale “pum” ] |
In moltissimi posti scegli il pesce fresco all’ingresso bello esposto e poi gli chiedi di cucinartelo come vuoi tu. Proprio per l’alta digeribilità finisci di mangiare e non sei mai pieno o gonfio ma stai bene, sei sazio e basta.
Ieri sera ho mangiato una delle insalate più buone che abbia mai mangiato.. E dirlo per un’insalata mi suona difficile ma è veramente così! È condita con il lime, sia in succo che striscioline della scorza verde del frutto.. non vedo l’ora di replicarla a casa..poi del riso con verdure croccanti per me e i noodle con frittata di gemberi per la mia dolce metà, io poi ho assaggiato ancora un mix di verdure e pollo in una salsa fantastica!
[ Pad Thai Pum style ] |
Laan Goon!
คุณจะเห็นเร็ว ๆ นี้
Il locale ti accoglie all’ingresso con un trionfo di dolci in bella vista, che conquistano subito la gola e la vista e spostarsi per andare al tavolo a ordinare è dura ma quando si accede alla sala del ristorante, che si trasforma in dehor estivo all’aperto, chiuso per la stagione invernale, si rimane colpiti dall’illuminazione che avvolge gli alberi del giardino naturale che vi è all’interno della sala e si viene subito dopo, rapiti dal menu che spazia da primi piatti di paste fresche fatte a mano, carni cucinate in vari modi, ma sicuramente il protagonista principale è il pesce fresco cucinato nel rispetto dei profumi mediterranei e le pizze (certificate dall’iscrizione all’associazione vera pizza napoletana).
[ pasta fresca ] |
Sono andata con una mia amica chiara e abbiamo visto un paio di posti e un’inaugurazione di una mostra di fotografia, lei aveva già visto latro prima ma io ovviamente ero in ritardo causa lavoro!al termine della prima mostra circa verso le 21:00, il pensiero comune è stato “ho sete, ho fame” e per noi sete è = birra.Abbiamo trovato un posticino carino che inaugurava quella stessa sera in occasione di paratissima e si chiama BELFOOD , in via Belfiore 15 a Torino.Siamo entrate, dopo un pò di difficoltà con la porta 🙂 ma non siamo state le uniche… e abbiamo chiesto al “tavolo dei cibi” come funzionava.
Morale, come dico sempre io, ordini al tavolo/bancone quello che vuoi tra i piatti esposti, tra cui:torte salate varie, finocchi ripieni senza uova, timballo di pasta, pizzoccheri con verza e patate, peperoni ripieni, insalata fredda di pollo, torta di ananas e cioccolato, torta di mele, etc..e poi ti apparecchi la tavola (a volte in comunità) con le vettovaglie riposte nella credenza (bicchiere di vetro da osteria, posate in acciaio, tovaglietta e tovaglioli di carta) e ti prendi da bere nel frigo (vicino al nostro tavolo!) e ti metti a sedere fino a che non ti portano il cibo caldo.Devo dire che il cibo era ben cucinato, per essere un’inaugurazione e il personale molto gentile.Noi tra varie chiacchiere e amici che ci hanno raggiunto nel corso della serata abbiamo bevuto ben 4 bottiglie da 66cl. di birra menabrea, leggera e buonissima.
Il locale è molto famigliare e accogliente, nessuno ti caccia dal tavolo e pipo tornare ad ordinare al bancone tutte le volte che vuoi, ed è aperto dal lunedì al sabato dalle 11:0000 alle 15:00 per pranzo e per cena io giovedì, venerdì e sabato dalle 18:00 alle 23:00.Non vi posso dire quanto cosat però, perché la cena mi è stata gentilmente offerta dal Capitano di chiara e dovrò ricambiare con un pò di manicaretti a casa mia 😉 ma quello che so è che ci tornerò per provarlo per un pranzo in settimana.
Cena Etnica- KIRKUK a torino
Ieri sera con delle amiche, due delle quali non vedevo da molto tempo, siamo andate a mangiare in un ristorante Kurdo, Arabo, Greco qui a Torino http://www.kirkukkaffe.com/
Aveva prenotato una ragazza che è passata anche per la cucina macrobiotica, io non c’ero mai andata ma già appena entrate mi è piaciuto. Si può mangiare anche per terra su dei comodi cuscini o volendo sopra delle seggioline basse, volendo ci sono anche tavoli con sedie normali”. La luce è soffusa ma si vede bene quello che si mangia nel piatto.
Ho iniziato con un antipasto misto della casa composto da : Baba Ganoush (una crema di melanzane e sesamo) buonissimo, Hummus di ceci, Falafel e feta greca. Piatto giusto per dimensioni e porzioni, ma io me ne sarei mangiato un’altro. Ho poi continuato con un piatto di Kebab con uvetta e mandorle sopra un letto di riso basmati (devo dire che per me il sapore del kebab era un pò forte, è il loro originale) mentre le mie amiche hanno fatto scorpacciate di Falafel su crema di Hummus oppure piatto di grano con verdure.
Il tutto è stato accompagnato da un buonissimo tè alla menta e per finire dolcetti di mandorle, miele e cioccolato ma soprattutto una scorpacciata di Halva al sesamo! E’ stata una buona cena e soprattutto economica, 13€ a testa. Credo che un giorno ci tornerò per pranzo e soprattutto sperimenterò nella mia cucina delle ricette viste e provate lì!
OSTERIA MURI VECCHI – Bra (CN)
Ci sono andata spesso a pranzo, mai a cena e mai nel week end. E’ sulla strada e difficilmente se non te lo indicano lo vedi, ha una porticina piccola, ma se lo vedi ed entri non te lo dimentichi, almeno per me è stato così.
Cucina casalinga ma di alta qualità e genuina, poi qui nelle terre cuneesi mangiare o bere male è difficile! dentro il soffitto è a volte di pietra è diviso in due sale una più piccola (che ho solo intravisto e una più grande dove sono stata per la maggiore in inverno, d’estate hanno anche il dehor estivo nel cortile interno). Hanno una lavagna dove scrivono il menù del giorno, se leggete vorreste prendere tutto è uni di quei posti dove bisogna essere decisi.
Ho provato vari piatti ma fra tutti quelli che preferiscono sono:
antipasto di salsiccia di vitello di bra, con salame e formaggi sul tagliere (la salsiccia te la tagliano sul momento secondo la tua richiesta!) a seguire tajarin al burro con tartufo (questa è la stagione ideale!) oppure in altri momenti i ravioli al sugo o in alternativa la zuppa (che ti portano dentro la pentola di terracotta a tavola e prendi quella che vuoi!)al secondo non ci sono mai arrivata.. anche perchè altrimenti dopo chi andava al lavoro?!! ma ogni tanto mi sono concessa il dolce e su tutti Pere Martin cotte nel vino.
Il vino haimè andando a pranzo non ho mai potuto prenderlo (devo guidare!) ma hanno una cantina superlativa! mi sono sempre ripromessa di tornarci un sabato sera a cena e restare lì in zona a dormire poi… non sarebbe male! A pranzo sono sempre riuscita a pagare massimo 25€ per tutto quella roba! non ci vado da un annetto.. non so se i prezzi sono cambiati, ma non credo di molto la loro forza era anche questa.
Ci devo tornare adesso che ci penso… e presto!
Sono una Consulente Digital Marketing & Content Creator | Faccio formazione online e in presenza sul mondo digital | Sono emiliana e amo fare la pasta fresca | Arrivo dall’ Appenino Modenese ma al momento vivo a Roma | Sui social sono @lagonzi