Usi e riusi della plastica, riflessioni sul tema


Sono stata al Festival della Scienza, arrivato oramai alla sua 15ma edizione. La manifestazione culturale dal 2003 riunisce tutti i genovesi interessati alla scienza e alla sua divulgazione. L’evento, che si svolge annualmente a Genova, è molto sentito dai suoi cittadini e edizione dopo edizione, registra sempre più partecipanti. Quest’anno, la manifestazione era intitolata “cambiamenti”, parola chiave attraverso cui ruotavano tutti gli incontri. Tra gli eventi a cui ho assistito, non posso che parlarvi del laboratorio “Cambiamenti plastici- La nuova era della plastica”, organizzato dai dipartimenti del CNR, Centro Nazionale delle Ricerche per lo studio degli Impatti Antropici e la Sostenibilità in ambiente marino e per lo Studio delle Macromolecole.

I cambiamenti climatici e la sostenibilità globale

Il cambiamento è inevitabile al giorno d’oggi, soprattutto se vogliamo mantenere in salute il nostro Pianeta. Tra gli argomenti centrali dibattuti al Festival della Scienza 2018 c’erano i cambiamenti climatici e la sostenibilità globale.

Uno degli argomenti centrali è stato il tema della plastica, dove ognuno di noi facilmente attribuirà a questo materiale un’eccezione negativa. Questo è dovuto a una giusta campagna di sensibilizzazione che negli anni ha avvicinato la gente al tema dell’inquinamento da plastica a livello globale e l’importanza della salvaguardia dell’ambiente. Anzitutto però è bene chiederci che cosa è la plastica? Com’è entrata nelle nostre vite, e come convivere con essa senza abusarne?

Che cos’è la plastica e come convivere con essa senza abusarne

La plastica si ottiene da composti di carbonio e idrogeno chiamati monomeri che si ricavano tramite una reazione chimica dal petrolio e dal metano. La moderna plastica è figlia degli anni trenta del ‘900, quando in tempo di guerra, è nata l’esigenza a trovare sostituti dei prodotti naturali non reperibili. Questo spinse le ricerche scientifiche a sperimentare gli scarti della produzione del petrolio, e il loro utilizzo.

Ben presto si scoprì come essi potessero essere riutilizzati per mille usi tra cui la produzione della plastica. Dopo il conflitto, la plastica ha ampliato sempre di più il suo campo d’uso. Il grande boom della sua produzione è avvenuto negli anni sessanta, quando la plastica è diventata simbolo di benessere e di democratizzazione dei consumi, raggiungendo anche settori come quello della moda e del design.

Oggi la plastica fa parte della vita di noi tutti, entrando nelle nostre case sotto le sembianze di oggetti di uso quotidiano.
Ma l’uso giornaliero di questo materiale -spesso usa e getta-, crea un inquinamento spaventoso riducendo il nostro pianeta a livelli di inquinamento sempre più preoccupanti. Questo inevitabilmente ha delle ricadute nocive anche sulla nostra salute.
Essenziale quindi è ridurre il più possibile l’inquinamento da plastica. È necessaria una cultura sul corretto uso e riuso della stessa, coinvolgendo tutti i cittadini, grandi e piccini.

Ci sono valide alternative per non usare questo materiale andando ad usare sostanze meno nocive, dei suggerimenti li abbiamo dati anche nell’articolo 10 consigli per ridurre lo spreco di plastica.

Un giusto utilizzo della plastica e la cultura del riciclo

Al giorno d’oggi però nell’ambito della società contemporanea l’uomo difficilmente riesce ad eliminare l’uso della plastica in ogni ambito della vita, quindi è importante un giusto utilizzo della stessa e una cultura del riciclo.
La raccolta differenziata può e deve coinvolgere tutti noi, la salvaguardia del Pianeta e della nostra salute dipende anche dall’impegno di ogni individuo.
Nel laboratorio che ho seguito è stato molto utile venire a conoscenza dell’esistenza di una vera e propria “classificazione della plastica”. Ogni confezione, in particolare quelle degli imballaggi alimentari, contiene un triangolo di riciclo e una scala di numeri che vanno dall’ 1 al 7.

Ad ogni numero corrispondono delle caratteristiche precise attribuibili a leggerezza e flessibilità. Il numero 1 è associato alla plastica più facile da riciclare, il numero 7, affidato alle plastiche miste, quello degli scarti impossibili da riciclare. Un esempio di questi sono i giocatoli e le padelle.

È importante che ognuno di noi al momento della raccolta differenziata, non mischi la plastica riciclabile a quella non riciclabile. Attenzione deve poi esser prestata alla pulizia dei contenitori prima di differenziarli, altrimenti non si possono riciclare. In caso di imballaggi misti invece, si deve togliere le parti non plastiche.

E’ importante conoscere e premiare le azioni virtuose esistenti, ci sono diversi modi virtuosi di utilizzare la plastica riciclata e di riutilizzo di questo materiale.

La plastica nell’abbigliamento

Nel campo dell’abbigliamento oggi giorno molte fibre sintetiche sono state create direttamente a partire dai derivati del petrolio dall’industria dell’abbigliamento (acrilico, nylon, poliestere, elastan ecc).
Recentemente alcune aziende, che hanno a cuore la salvaguardia dell’ambiente, hanno messo a punto un processo industriale per produrre materiali plastici 100% riciclato, partendo da materie prime di scarto durante la lavorazione della plastica.
Non bisogna andare lontano per vedere realtà come questa, anche nel nostro Paese infatti ci sono le prime produzioni etiche. Per farsi un’idea consigliamo di andare a vedere il progetto Econyl.

Un utilizzo molto interessante di riciclo è suggerito dal Consorzio Nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica che ci porta a conoscenza di cosa si può produrre con il materiale plastico riciclato: dai componenti degli scooter, alle carrozzerie degli elettrodomestici, alla fibra di pile, ai sedili per le auto e tanti oggetti ancora.
In campo sanitario geniale è l’idea di Jeremy Simon, che con l’aiuto di una stampante 3D, ha ideato una protesi del tutto funzionante dagli scarti di materiale plastico che ha un costo di un decimo inferiore rispetto a una professionale fatta di altro materiale.

In campo culturale è lampante l’attività che organizza La Girobussola Onlus, associazione del bolognese specializzata nel campo del turismo accessibile. Attraverso le riproduzioni in stampa 3D di materiale plastico rende accessibili percorsi museali per ipovedenti.

Per concludere le riflessioni sul tema plastica

Concludendo la plastica può non essere il nemico principale dell’umanità ma se utilizzata con saggezza e ingegno, in alcuni settori il suo riciclo è estremamente vantaggioso e può risultare benefico alla vita quotidiana delle persone. L’altra faccia della medaglia è l’inquinamento da plastica dovuto all’uso eccessivo di questo materiale.

Qui sta al contributo di ogni persona essere estremamente sensibile e attenta a un utilizzo dei materiali e alla responsabilità delle aziende e dei governi nella produzione della stesso.

E voi cosa ne pensate e cosa fate rispetto al tema plastica? Riciclate sempre e fate attenzione all’acquisto eccessivo di confezioni in plastica?

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