Tradizioni siciliane: il cous cous di pesce fatto in casa

Vi ho già raccontato in altri post delle mie vacanze di questa estate, sono state in Sicilia, più precisamente nella splendida zona di Trapani, ma vorrei raccontarvi qualcosa di più.
Tramite una collega, poche settimane prima di partire, ho avuto il contatto di una casa vacanza a Valderice, a 10 km di Trapani appunto, sotto la montagna dove domina il territorio Erice, famoso borgo medioevale a 750 mt di altezza. Decidiamo quindi di prenotare lì le nostre due settimane.
Oltre al discorso casa, zona, mare, cibo dove tutto è stato perfetto, la ciliegina sulla torta è arrivata dall’ospitalità ricevuta da questa famiglia che gestisce il Baglio, ovvero un cortile chiuso con intorno la vecchia fattoria ristrutturata a casette indipendenti.

Gli stessi che dopo aver scoperto (nel giro di poco tempo!) che mi piace mangiare, mi piacciono le tradizioni, i prodotti del territorio etc etc.. hanno deciso di preparare per noi e i nostri amici il cus cus di pesce, che come tradizione, loro lo cucinano in casa e partono dalla creazione del cus cus (che io ho sempre visto solo precotto).

E così un sabato mattina alle 9.00 mi dirigo verso la cucina di Gabriella, la padrona di casa del Baglio Greco che mi spiega e mi racconta i trucchi e la storia di questo piatto tipico del Trapanese.
cous cous di semola fatto a mano
(Vi avviso che ho fatto tante foto.. non posso non mettere tutte quelle dei passaggi, quindi il 
post risulterà un po’ lunghino)


Il tutto inizia spiegandomi che ha preso un sacco con 2kg di farina di semola, dal suo fornaio di fiducia che ci servirà appunto per preparare il nostro cous cous.

Iniziamo mettendo la farina in un coccio e mescolando con le mani, mentre aggiungiamo acqua piano piano mescoliamo ripetutamente fino a quando non si iniziamo a formare delle micro palline sotto le mani, la misura dell’acqua è una cosa che và ad occhio, cioè non deve essere asciutto ma nemmeno essere bagnato, risulta umido al tatto.

l’incocciamento del cous cous

Ovviamente provo dopo aver guardato Gabriella più volte nel passaggio a mettere le mani in quella bellissima terracotta e toccare con mano la semola e l’acqua per capire esattamente come deve risultare.

Dopo questo procedimento viene messo steso sopra un cannovaccio di cotone a far asciugare.
Si rimetterà poi tutto dentro al coccio e si condisce con olio e sale.

A questo punto si prepara la pentola per la cottura del cous cous, Gabriella mi mostra la sua couscoussiera in terracotta, con i fori sotto, dove all’interno ha messo dell’alloro, parte fondamentale del procedimento, non è un cous cous senza l’alloro nella cottura.
La pentola viene sigillata con un altra pentola, che ha acqua all’interno per cuocere a vapore, con una pastella fatta con farina di grano duro e acqua, in modo tale che non venga disperso nemmeno un goccio di vapore.

Ora deve cuocere un’ora e mezza dopo che l’acqua nella pentola sotto è arrivata ad ebollizione.
Di solito mi spiega che servono 4 litri di acqua per 2 kg di semola.

A parte inizia a fare un soffritto con aglio, cipolla. Mentre in un contenitore che conterrà tutto per il trito mette: aglio, mandorle, pomodorini, olio, prezzemolo e frulla il tutto fino ad ottenere una mousse.

Nella pentola del soffritto di cipolla e aglio unisce questo pesto, aggiunge una confezione di pelati, copre con acqua e lascia cuocere. A questo punto dopo 10 minuti unisce il pesce.

Ne lascia poi metà all’interno in modo tale che si rompa e creei una crema e metà pesce lo preleva in pezzi interi e li pulisce da servire nel piatto insieme al cous cous. Il brodo ottenuto da questo sugo viene alla fine filtrato e usato per bagnare il piatto finale.

Il tutto viene trasferito in una grossa ciotola con cous cous, pezzi di pesce e brodo per inumidire, si copre il lemmo (contenitore in terracotta siciliano) con una tovaglia e si lascia riposare per circa 3/4 ore ma più rimane e più si insaporisce ed è buono.

Alla fine viene servito con il sugo al pomodoro e pesce ottenuto, coperto con il brodo di pesce.

La vista dalla finestra mentre cucinavamo era questa… olivo, oleandro, arancio e vista del mare e del monte cofano, una poesia.

E mi dispiace dirvi che “non sono riusicta a fotografare il piatto finale” perchè presi dall’entusiasmo… ce lo siamo divorati e mi sono accorta troppo tardi che non avevo fatto nemmeno una foto.. ma credo abbiate capito che era bellissimo e buonissimo!

Se vi interessa, proprio oggi a san Vito lo Capo, Trapani, inizia il Cous Cous Fest, il mio sogno è andarci il prossimo anno, chissà!

Non ringrazierò mai abbastanza a Gabriella e a Massimo, per questa bellissima esperienza che porterò sempre con me.

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