“Il salotto dello psicologo” si sposta in cucina – cibo ed emozioni

E’ un’addetta ai “lavori della mente” ma anche anche una donna, una moglie e una mamma. Tenace, caparbia ma anche fragile. E’ principalmente una Psicologa Clinica che si occupa del benessere Psicologico ed emotivo della persona. Ha iniziato nel settore pubblico, ma oggi lavora come Libera Professionista: una scelta che la rende appunto più libera di personalizzare il suo approccio alla Psicologia.

Grazie al suo percorso nel mondo della danza e dell’espressione corporea, nel suo lavoro ha ampliato la visione riguardo al rapporto mente-corpo e la visione di quest’ultimo come espressione di sé, anche attraverso le sue somatizzazioni.

Chiedo a Marta se può incontrare la mia richiesta legata a cibo ed emozione, se le interessa la collaborazione e mi risponde così:

” Da psicologa, lavoro tantissimo con i miei pazienti attraverso gli odori, i sapori, i colori. Tutte cose che fanno nascere sensazioni ed evocano emozioni. Il cibo rappresenta per me un canale per la comunicazione e la creatività, un modo di condividere e di stare in intimità, un mezzo per donare qualcosa o ricevere, una possibilità di stare in contatto con il piacere.
Guardare gli ingredienti singoli ed esserne attratti dalla forma e dall’odore, assemblarli senza sapere cosa ne verrà fuori è uno dei compiti che più amo dare ai miei pazienti quando si sentono un po’ demotivati e lontani da ogni interesse.

Nutrirsi attraverso quello che siamo capaci di fare in cucina non è solo ingerire quantità di calorie ma è anche nutrire le nostre capacità quando qualcosa ci riesce particolarmente bene, l’entusiasmo nel mixare gli ingredienti, l’ironia quando qualcosa non è venuta esattamente come volevamo, la cura per noi stessi o per chi decidiamo di preparare qualcosa.

Orgogliosa di questa opportunità vorrei riuscire ad esprimere la mia gratitudine a Francesca per aver dedicato una rubrica che vede protagonista il cibo in maniera un po’ diversa. Sarà interessante poter guardare insieme alla relazione stretta che da sempre lega l’essere umano al cibo. Osservare quanto la nostra essenza, il nostro esprimersi, il nostro sentire passi, ancor prima che dal pensiero, da una relazione con il cibo. Quanto l’avvicinarsi a certi alimenti piuttosto che ad altri parli di noi e della nostra personalità. Vorrei addentrarmi con voi in quello che da sempre lega la scoperta di due anime attraverso l’intimità di un piatto che spesso precede un incontro d’amore. La differenza con cui varie culture s’intrecciano, s’incontrano e si parlano intorno ad una tavola ancor prima che con le parole!

Il cibo come tradizione, come scoperta, come gioco, come avventura e cambiamento.”