Non abbiamo il caffè nel nostro paese ma siamo una delle nazioni che ne beve di più in assoluto. E poi diciamolo appena andiamo all’estero la prima cosa che cerchiamo (oltre alla pasta) è il caffè. Ditemi in quanti di voi non sono andati in vacanza con la moka in valigia! Ma la cosa strana in tutta questa adorazione di caffè tipica italiana, è che spesso quando si va a bere il caffè al bar non si chiede quale sia la miscela. Ecco perché oggi vi racconto l’esperienza con Caffè Bristrot in occasione della presentazione della nuova miscela robusta gourmet.
Breve storia dell’azienda Bristot per capire chi sono
L’azienda Bristot è stata fondata nel 1919 da Domenico Bristot a Belluno, tra le splendide montagne delle Dolomiti patrimonio Unesco. Appassionato di caffè, il suo sogno era quello di creare una miscela di altissima qualità in modo da creare il miglior espresso italiano.
Da giovane si trasferì a Vienna, una della capitali della “Belle Epoque” punto d’incontro di filosofi, scrittori, scienziati ed imprenditori. Lì strinse molte amicizie e tra queste ce ne fu una molto interessante per lui, quella con un torrefattore di caffè. Tornato in Italia volle mettere in pratica il suo sogno e dopo molti studi e sperimentazioni trovò la miscela perfetta per un caffè dall’aroma intenso e gradevole, con un gusto dolce e fruttato, decisamente diverso dai caffè proposti all’epoca.
Adesso a quasi 100 anni dalla nascita la torrefazione della miscela è uno dei valori più importanti per l’azienda ancora oggi e gli ha permesso di diventare protagonisti nello sviluppo dell’industria Italiana.
La nuova miscela robusta gourmet
E’ stata presentata durante l’ultimo Host Milano, questa nuova miscela robusta. Alla vista nella tazzina una ricca crema nocciola scuro testa di moro e al naso chiari sentori di cacao e mandorla. Al palato, invece una corposità piena e densa seguita da una dolcezza impensabile e note di amaretto e spezie. Il retrogusto è durevole e rilascia accenti di cioccolato fondente e mandorle tostate. Un vero mix sensoriale e gustoso.
Ma cosa beviamo di solito al bar? Beviamo una miscela di caffè Arabica con percentuale fino all’80%, la miscela classica nella maggior parte dei bar è 80 arabica e 20 robusta. La differenza di questa miscela invece è che il chicco della robusta considerato spesso meno pregiato perché meno aromatico e meno delicato ha sprigionato un gran aroma dai sentori gourmet. Ma oggi grazie alle lavorazioni sempre più ricercate sono riuscite a trovare miscele definite gourmet.
Ma quella più importante è la genetica dei chicchi. La pianta di caffè Arabica ha 44 cromosomi mentre la robusta 22. Inoltre la robusta contiene un livello più alto di caffeina. Questo è importante da sapere quando si beve il caffè, per controllare le dosi di caffeina che assumiamo.
In ultimo le coltivazioni avvengono in zone diverse. La robusta di solito arriva dall’Africa ovest dal Camerun alla Costa d’Avorio, ma questa miscela robusta gourmet, arriva principalmente dall’India e Indonesia. Mentre di solito la miscela arabica viene coltivata nell’America del Sud.
Insomma sono tante le differenze di origine, gusto e aroma. Ecco perché è importante chiedere che caffè si sta bevendo al bar.
In questa fase iniziale la miscela non è ancora disponibile ma nello shop dell’azienda potete trovare molti altri caffè da acquistare!
La mia esperienza con il caffè miscela robusta
Io non bevo molti caffè, l’ho subito premesso all’agenzia che mi ha invitato per il test del caffè, lo consumo al bisogno o per piacere. E’ un rito, di solito a metà mattina per svegliarmi bene e darmi la carica, mai appena sveglia e sempre al bar. A casa invece lo faccio solo nel week end se ho cene in famiglia o con amici, oppure se devo affrontare delle domeniche “importanti”.
Non lo bevo quasi mai nel pomeriggio, l’ultimo è dopo pranzo. Diciamo che non è paura di non dormire, ma è perché non ne ho necessità e ripeto per me è un momento coccola, mi siedo me lo gusto e mi faccio coccolare dalla tazzina calda tra le mani. Anche se le statistiche dicono che quasi l’80% lo beve alla mattina appena sveglio (Largo Consumo – Astra Ricerche).
Nell’occasione del tasting l’ho assaggiato al pomeriggio, erano circa le 17:00 e non ho avuto nessun problema di agitazione, tachicardia o bruciore di stomaco alla sera. In molti lamentano queste sensazioni. Ho chiuso gli occhi e ho immaginato il percorso e la lavorazione che c’era dietro a quella tazzina piena di liquido marrone scuro. L’ho assaggiato e l’ho trovato con un gusto importante e speziato, con un aroma leggero ma corposo in bocca. Ovviamente molto dipende anche dalla preparazione, dalla qualità della macchina del bar, dalla temperatura e dall’acqua.
Sembra una cosa semplice un caffè ma non è così banale, anzi!
Adesso però se vi capita di ordinare un caffè al bar, chiedete che tipo di miscela è e dopo cercate di immaginare il viaggio che ha fatto quel chicco, la torrefazione che ha ricevuto, la miscelatura e la preparazione che c’è stata dietro.
Sono sicura che che berrete il prossimo caffè in maniera diversa!
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